LA VIRTÙ DELLA FORTEZZA

Concetto

1.  E’ una delle quattro virtù cardinali, insieme con la prudenza, la giustizia e la temperanza, che sono le basi su cui poggiano tutte le altre virtù morali.  San Tommaso dice che la fortezza consiste “nell’intraprendere il bene senza arrestarsi davanti alle difficoltà” e nel “resistere al male e alle difficoltà evitando che ci inducano alla tristezza".
Seneca diceva che "non ci manca il coraggio di intraprendere certe cose perchè sono difficili, ma sono difficili perchè ci manca il coraggio di intraprenderle".

2.  Dato che il più grande male naturale è la morte, il miglior atto di fortezza è il martirio.  Ordinariamente avremo occasione di esercitare questa virtù solo davanti alle normali difficoltà.  Ha la fortezza quel cristiano che si comporta come un buon figlio di Dio in tutte le circostanze, anche in quelle avverse, e che non retrocede davanti ai rispetti umani, nè cede anche quando vive in un ambiente paganizzato come quello di oggi: E’ forte chi persevera fino al compimento di ciò che giudica di dover fare, secondo coscienza; chi non stima il valore di un compito solo per i benefici che ne ottiene, ma per il servizio che presta agli altri.  Chi è forte soffre, talvolta, ma resiste; piange, forse, ma inghiottisce le lacrime.  Quando infieriscono le difficoltà non si piega (Amici di Dio, n. 77).

Una virtù necessaria

3.  Oggi molte persone cercano solo quello che fa loro piacere, dimenticando il fine ultimo, che è amare Dio.  La legge divina positiva e la legge naturale non sono più un punto di riferimento per la condotta di molte persone, compresi alcuni nostri amici, parenti e conoscenti.  Una realtà, questa, che ci fa venire in mente una frase del Fondatore dell’Opera, con la quale nel 1974 ravvivava il nostro senso di responsabilità di cristiani: ci troviamo davanti a una civiltà che traballa, impotente e senza risorse morali.

4.  La fedeltà alla buona dottrina, il rispetto della legge naturale, della legge divina e di quella ecclesiastica, esige fortezza; altrimenti, pur conoscendo gli obblighi del cristiano, si finisce per cedere ad autentiche aberrazioni.  Perciò, gente che in linea di principio si oppone al divorzio e all’aborto, poi ammette le eccezioni e finisce col giustificare i propri errori.

5.  Se compiere la volontà di Dio costa, bisogna tenere presente che da Dio si riceve anche l’aiuto necessario per fare il bene e resistere al male.  Se Dio ti dà il peso, Dio ti darà la forza (Forgia, n. 325); infatti sappiamo che tutta la nostra fortezza ci è data in prestito (Cammino, n. 728).

Fortezza davanti all’errore

6.  Davanti alle difficoltà ambientali, la reazione di un cristiano non può limitarsi a una lamentela, nè del resto egli può evitare i problemi mettendosi in un cantuccio per non contaminarsi o per non sbagliare.  Bisogna essere forti per superare questa situazione di tiepidezza e di indifferenza religiosa.  Il Signore ha bisogno di anime forti e audaci, che non scendano a patti con la mediocrità e penetrino con passo sicuro in tutti gli ambienti (Solco, n. 416).  Se non facciamo così, diventeremo degli esseri deboli, che qualunque brezza può trascinare.

7.  La fortezza, però, non ha nulla in comune con la superbia, perchè è una virtù che, proprio per essere tale, esige che si viva la carità con il prossimo, il rapporto amabile, la comprensione verso chi sbaglia, pur dovendo respingere l’errore.

8.  Perciò, quando sia necessario, dobbiamo correggere, ma con affetto – se non c’è affetto la correzione potrebbe essere accolta come un affronto, perchè si farebbe con uno zelo amaro -.  Un aspetto della fortezza è la correzione fraterna a una persono che amiamo e la cui salvezza e santificazione ci interessa sinceramente: il fratello aiutato dal fratello è tanto forte come una città fortificata.

L’esempio di Gesù Cristo e quello dei primi cristiani

9.  Nostro Signore Gesù Cristo respinse recisamente le tentazioni del demonio.  Poi caccerà i mercanti dal Tempio, perchè avevano trasformato il luogo sacro in una spelonca di ladri.  Difese con zelo i diritti di Dio Padre.  Gesù non cambiò la sua dottrina quando i suoi concittadini di Nazaret volevano gettarlo dalla cima del monte sul quale era edificata la città, nè quando i suoi discepoli cominciarono ad abbandonarlo dopo il discorso del Pane eucaristico.  Alla fine, ci darà un meraviglioso esempio di fortezza nell’ora della Passione.

10.  Gli Apostoli furono fustigati per aver predicato il nome di Gesù e uscirono lieti dal Sinedrio dopo aver dichiarato che dovevano obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.

11.  San Paolo, quando ad Atene spiegava la resurrezione dei corpi, fu preso per un ciarlatano mezzo pazzo.  Eppure non attenuò la dottrina  vista l’incomprensione degli uomini che in quel tempo erano ritenuti dotti.

Fortezza e dolore

12.  Conviene non perdersi in grandi considerazioni sull’eroismo e attenersi invece alla realtà di ogni giorno.  E’ lì che entra in azione la fortezza: nella lotta per la santità nelle cose correnti: il generoso adempimento dei Comandamenti di Dio e della sua Chiesa, il lavoro ordinario, le relazioni sociali, la vita di famiglia.  Questo è il campo in cui essere forti, senza aspettare l’occasione di farci inchiodare a una croce, che sarebbe una cosa meravigliosa, ma che molto probabilmente non accadrà mai nella nostra vita.

13.  Non si tratta solo di sopportare le contrarietà, ma di accettarle con gioia.  E conosciamo gli insegnamenti di nostro Padre su questo punto.

Alcune manifestazioni della virtù della fortezza

14.  Questa virtù ci serve per essere coraggiosi, decisi, sereni, allegri, devoti.  Ecco alcune delle manifestazioni più concrete:
superare gli stati d’animo nella vita interiore;
evitare le lamentele e darsi da fare per migliorare ogni situazione:
*  perseverare nel lavoro professionale, anche quando è monotono;
*  sorridere, anche se non se ne ha voglia, per stimolare gli altri;
*  difendere le convinzioni religiose e la Chiesa, senza timore di fare brutte figure in determinati ambienti;
*  rimanere sempre allegri, anche in caso di contrarietà, grandi o piccole che siano;
*  non tralasciare la vita di pietà – la Messa, l’orazione, la mortificazione, la recita del Rosario -, anche quando abbiamo molto lavoro.

I mezzi per acquistare la fortezza

15.  I due grandi mezzi sono, prima di tutto, la grazia di Dio e l’impegno personale.  La grazia è indispensabile per sanare la natura ferita dal peccato originale, che introdusse il disordine nelle nostre potenze e nelle nostre passioni.  Riceviamo la grazia soprattutto nei sacramenti.  Vuoi essere forte? – Per prima cosa, renditi conto che sei molto debole; e, poi, confida in Cristo, che è Padre e Fratello e Maestro, e che ci rende forti, dandoci i mezzi per vincere: i sacramenti.  Vivili! (Forgia, n. 643).

16.  E’ indispensabile anche l’impegno personale.  Dobbiamo esercitare continuamente la libertà, ottenendo nel corso di ogni giornata molte piccole vittorie, per non lasciarci portare dalla “legge del piacere”, ma da quella che riconosciamo in ogni momento come la Volontà di Dio.

17.  Con questi mezzi potremo dire, come San Paolo, tutto posso in Colui che mi dà la forza (Fil 4, 13).  Noi siamo la debolezza, però Dio è la fortezza, che non mancherà di concederci, se gliela chiediamo attraverso la Vergine Santissima, Refugium nostrum et virtus, nostro rifugio e fortezza.


Lino Bertuzzi